Dopo essere intervenuti a più riprese sull’imposta patrimoniale ritenuta fortemente iniqua, non possiamo esimerci dall’intervenire, ancora una volta, davanti ad un provvedimento che riteniamo non solo ingiusto ma anche dannoso per l’intero sistema: l’imposizione sui capitali detenuti regolarmente all’Estero.
Riteniamo che in una fase di estrema difficoltà, come quella che San Marino sta vivendo da ormai troppo tempo, continuare ad aumentare l’imposizione fiscale, senza avere alla base un progetto serio di rilancio per il Paese, sia il modo migliore per dissolvere quella pochissima fiducia che ancora rimane verso il nostro sistema economico nel suo complesso, sia da parte di chi vive in Repubblica sia da parte di chi ci osserva da oltre confine e valuta la convenienza o meno di investire nel nostro territorio.
Va anche detto che non si può pensare di far riacquistare la fiducia nel nostro sistema bancario imponendo con il “ricatto” il rientro dei capitali, piuttosto invece con la previsione di norme chiare che mettano in sicurezza il sistema favorendo gli investimenti. Nessun investitore o cittadino sarà mai disposto ad accettare di mettere a rischio il proprio portafoglio, come invece sta accadendo oggi, pertanto riteniamo indispensabile e prioritario porre in essere interventi mirati ad eliminare tali incertezze e mettere mano quanto prima alle riforme essenziali di cui il Paese ha – ora più che mai – estremo bisogno.
La vera sfida oggi è trasformare una politica di tipo regressivo, come quella a cui stiamo assistendo, in una politica di tipo propositivo, evitando di continuare ad impoverire i cittadini e dando invece una prospettiva di sicurezza e prosperità per il comune domani.