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Il problema non è per chi fare il tifo o contro chi gettare fango, il problema è che se non si rispettano le leggi, le sentenze, le competenze, le giuste prassi e le persone, non vince nessuno ed usciamo tutti sconfitti.

In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, in molti si chiedono come uscirne e propongono le più disparate soluzioni. Tuttavia, per trovare queste soluzioni occorrono valori su cui fondarle ed il primo tra questi, secondo noi, è la credibilità. Essa si acquista in diversi modi, il più nobile ed antico dei quali è il rispetto delle Istituzioni e dello “stato di diritto”: esso si fonda sul principio in base al quale tutti devono sottostare alle leggi, compreso chi le emana, ovvero lo Stato stesso insieme ai suoi organismi e rappresentanti.

La garanzia ed il rispetto dello “stato di diritto” sono condizione essenziale per poter essere attrattivi verso l’esterno e per poter sviluppare un tessuto economico e sociale che sia tenuto in alta considerazione dentro e fuori i confini: ciò consentirebbe, nel tempo, di restituire alla cittadinanza frutti preziosi come sicurezza, certezza delle norme, serietà ed onorabilità.

Il recente caso “Asset Banca” non ha, purtroppo, evidenziato virtù del nostro sistema in tal senso. Oramai lo scontro è diventato un susseguirsi di insulti e repliche in stile tifoseria, tra chi si erge a tifoso pro Asset e chi invece difende i provvedimenti fatti e continua la campagna “contro a prescindere”. Con questa politica “da bar” e questo scontro mediatico, davvero povero e vile, non si contribuisce a dare una bella immagine del sistema nel suo complesso, che invece perde costantemente di credibilità perché ne viene messo a repentaglio il buon nome sia in campo finanziario che giudiziario.

Alla magistratura deve essere consentito di poter fare il proprio lavoro in piena autonomia e ad essa devono essere garantiti i mezzi, la riservatezza ed il rispetto che merita, se si vuole offrire una buona immagine della Repubblica. Sul caso “Asset Banca” il Tribunale e Banca Centrale sono chiamati ad un lavoro delicato e molto importante: dimostrare che il nostro sistema Paese ed il nostro sistema giudiziario sono in possesso degli anticorpi necessari per liberarsi di quelle possibili infiltrazioni e distorsioni che hanno verosimilmente danneggiato il sistema-Paese stesso.

Dai documenti giudiziari pubblicati sugli organi di stampa, emerge un quadro preoccupante in cui le leggi dello Stato, del nostro Stato, le stesse leggi che il Paese ha deciso di darsi e che tutti devono rispettare – nel caso specifico quelle previste per liquidare e chiudere un istituto bancario -, sono evidentemente state utilizzate per il perseguimento di fini diversi da quelli per cui quelle leggi sono state create. Ciò viola la prima regola dello “stato di diritto”, quella regola che differenzia questa forma di Stato da altre forme di Stato (ad esempio quelle dittatoriali), ovvero il fatto che anche il potere che crea le leggi (e i suoi rappresentanti) è chiamato al rispetto preciso di queste ultime, così come tutti i cittadini.

Non comprendere questo, alla luce di quello che in modo lapidario ed oggettivo è emerso e sta emergendo, non fermarsi a riflettere per trovare una soluzione a favore del Paese, che dovrà partire evidentemente dal riconoscimento del fatto che la Repubblica ha subìto un vero e proprio attacco, non lascia per noi, purtroppo, una terza via: o non si è in grado di capire la gravità della situazione o quella situazione la si condivide.

In entrambi i casi è un problema!

Davanti a ciò, allora, la decisione che ogni cittadino dovrebbe prendere non è se schierarsi a favore o contro Asset Banca, o qualsiasi altro istituto, ma se schierarsi con il Paese nella difesa di ciò che rende San Marino uno “stato di diritto” o contro il Paese, contribuendo a minare i suoi principi fondanti.

Alla luce di questo preoccupante ed allarmante scenario chiediamo, allora, alla politica e a tutte le Istituzioni maggior rispetto, e soprattutto un cambio di mentalità nello schierarsi una volta per tutte dalla parte degli interessi esclusivi della Repubblica, punto di vista quest’ultimo che non può prescindere da una riaffermazione dello “stato di diritto” e dalla riscoperta del profondo rispetto delle Istituzioni.

Il Paese viene prima, sempre!

2 Comments

  • silvia suzzi valli
    Posted Gennaio 22, 2019

    ben detto!

  • Filippo Filippini
    Posted Gennaio 25, 2019

    Una analisi teoricamente valida. Va però, a mio parere, tenuto conto di un Paese in “subbuglio” creato da un vuoto politico dovuto a un trapasso repentino e traumatico tra il vecchio e il nuovo sistema. E in questo contesto si sono creati squilibri e sono venuti a mancare i presupposti, le strutture, e gli Istituti che avrebbero dovuto garantire il passaggio. Si ragiona per sommi capi e per “bande” in conflitto tra loro, coinvolgendo le stesse istituzioni e, perché no, lo stesso Tribunale. Non sarà facile ricostruire un Paese, anche se sarà necessario.

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