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Un Paese che non cura ed anzi rinnega il proprio territorio, non è degno di esser chiamato tale. Mentre tutti rivolgiamo l’attenzione alla cronaca bancaria che la fa da padrona sui mezzi di informazione, la quotidianità va avanti e non bisogna trascurarla se non si vuole che diventi uno dei tanti problemi agli onori delle cronache. Ci riferiamo in particolare alla viabilità sammarinese, problema di cui si parla da anni, specialmente al momento delle elezioni, ma che non trova adeguate risposte né dal punto di vista concreto, né dal punto di vista progettuale, né da quello della prevenzione.

Dobbiamo necessariamente invertire la rotta su questo tema e secondo noi un elemento importantissimo è una azione di tipo culturale: pensiamo occorra recuperare una maggiore formazione e sensibilizzazione sull’educazione stradale ed ambientale sin da bambini, anche a livello scolastico.

Non bisogna però trascurare l’aspetto pratico e concreto, cioè avere una progettualità nello sviluppo e nella cura della viabilità esistente. I lavori sulle strade non possono essere effettuati quando la situazione è già critica o ai limiti del praticabile. Si vuole, in particolare, riportare di nuovo alla luce la pericolosità della superstrada di San Marino. Mentre il Comune di Rimini ha cominciato ad attuare la sua strategia di messa in sicurezza del tratto Rimini-San Marino, attraverso l’apposita installazione di Barriere Jersey (blocchi di cemento), la Repubblica di San Marino ha fatto ben poco per rimediare ad una situazione di estrema pericolosità che riguarda il tratto di superstrada sammarinese. Ad aggravare ulteriormente tale pericolosità, vi è la disposizione dissennata delle strisce pedonali, poste dietro a curve (vedasi quelle di Borgo Maggiore) o dopo sottopassi (vedasi quella di Dogana). Ci si chiede quale studio sia stato fatto per la loro predisposizione.

Non possiamo aspettare che siano gli incidenti, anche gravi, a ricordarci che qualcosa bisogna fare, come afferma il Decreto Delegato 26/05/08 al suo art. 22, che prevede l’installazione di appositi dispositivi di attraversamento pedonale, solo dopo che le statistiche sugli incidenti ne rilevino la pericolosità del tratto.

L’art. 46, inoltre, cita espressamente il divieto di sorpasso in presenza di strisce pedonali, ma si scontra pesantemente con l’identificazione di strada a doppia carreggiata come la superstrada. Un pedone che è costretto ad attraversare sulle strisce pedonali è una persona in estremo pericolo. Macchine che sopraggiungono sulla carreggiata di destra si fermano come da codice della strada, ma macchine che arrivano dietro di loro e non comprendono il motivo di un’auto ferma, sorpassano creando un pericolo smisurato per quel povero pedone. In Italia la predisposizione di attraversamenti pedonali a raso su questo tipo di strade è vietato, ove necessario vengono costruiti sovrappassi o sottopassi, anche regolati tramite dispositivi semaforici.

Logistica, infrastrutture e arredo urbano sono fondamentali per le imprese, per i lavoratori, ma anche per i visitatori: se vogliamo seriamente trasformare il settore del turismo sammarinese da un sistema mordi-e-fuggi a uno di sosta, è impensabile, solo per fare un esempio, che i turisti che soggiornano al camping di Cailungo e che a piedi si spostano per raggiungere il centro storico, debbano attraversare la superstrada ove non c’è nessun attraversamento pedonale o a camminare a bordo strada lungo di essa, non essendoci alcun marciapiede.

Non possiamo lasciare al caso la gestione della nostra quotidianità, non possiamo lasciare che gli interventi di viabilità siano saltuari ed effettuati tipicamente in tempi di elezioni, e soprattutto non possiamo ignorare la sicurezza delle nostre strade. Un territorio curato, ben organizzato e in costante sviluppo, unito ad una cultura del territorio che ne valorizzi le peculiarità, costituiscono le fondamenta per un Domani a misura di tutti. Perché il miglior modo per costruire il nostro Domani è sceglierlo insieme.

DOMANI – Motus Liberi

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