Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Sin dall’inizio della pandemia abbiamo detto di dover pensare prima alla salute poi all’economia, ma quel “poi” non ha mai significato tempi lunghi: i sempre più frequenti comunicati e le richieste degli operatori economici sono la chiara dimostrazione di questa esigenza. Viviamo in questo Paese come tutti e non è difficile rendersi conto delle necessità che ci sono.

Abbiamo sostenuto da subito che gli interventi in un Paese piccolo come il nostro dovessero essere tempestivi e puntuali e, per quanto la salute dei cittadini venga sempre al primo posto, ci siamo battuti contro tutto e tutti per impedire che si procedesse con la chiusura totale delle attività.

I risultati delle strategie che il Partito e la Segreteria di Stato all’Industria Artigianato e Commercio hanno posto in essere oggi ci danno ragione: i dati confermano che il contagio avviene in larga parte in ambito familiare e non in ambito lavorativo.

In mancanza di finanziamenti internazionali dobbiamo essere consapevoli che l’unica vera e concreta soluzione per limitare il più possibile il già notevole danno economico che imprese, lavoratori e liberi professionisti sono chiamati a sopportare è quella di riaprire quanto prima tutte le attività, ovviamente sulla base di una strategia di riapertura intelligente e che tenga conto del fatto che dovremo affrontare una fase di convivenza con il virus.

A tal proposito giudichiamo positivamente il Decreto – Legge n. 62 del 17 aprile 2020 nella parte in cui consente ed autorizza, a differenza anche di altri Paesi, una graduale riapertura di una larga parte delle attività lavorative. Il lavoro però non è finito. Risulta ancora mancante un provvedimento concreto, che avremmo voluto fosse contestuale rispetto al Decreto di cui sopra, relativo ad interventi a sostegno di cittadini ed imprese in materia fiscale e contributiva, il quale tenga però conto in maniera oggettiva di quanto disponibile nelle casse dello Stato.

Il Partito e la Segreteria di Stato all’Industria Artigianato e Commercio sono dunque al lavoro affinché questo provvedimento venga alla luce in tempi celeri e senza ulteriori ritardi evitabilianche se non sono poche le difficoltà nel trovare la necessaria condivisione riguardo ad un metodo di lavoro nuovo, efficiente ed efficace.

Ma prima o dopo dovremo essere ascoltati perché è oggettivo che, in un momento come quello che ci siamo trovati ad affrontare, non sia concepibile che provvedimenti di natura emergenziale, la cui caratteristica principale dovrebbe essere il tempismo, possano uscire con settimane di ritardo, perché ogni settimana, giorno, ora di indugio si concretizzano in maggiori danni socio-economici per il Paese.

Questo deve essere il tempo della determinazione, dell’agire in maniera veloce, del prendere decisioni ponderate ma coraggiose, perché nessun cittadino o operatore economico si senta abbandonato a sé stesso. Siamo consapevoli di questo.

Confermiamo pertanto alla cittadinanza, imprese, operatori economici e professionisti il nostro impegno incondizionato, affinché le risposte auspicate non tardino ad arrivare per ingiustificati motivi e che il lockdown termini alla data fissata dal decreto n. 62/2020: il nostro intento è lavorare affinché, in sicurezza, il termine possa essere addirittura anticipato.

DOMANI – Motus Liberi

Add Comment

0.0/5