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Il lavoro della Commissione d’inchiesta è stato lungo e faticoso, ma non è ancora finito e approfondirà l’indagine, concentrandosi anche sugli ulteriori dissesti bancari che hanno minato la liquidità dello Stato, a spese dei cittadini. Si tratta di un lavoro che richiederà ancora molto impegno ed anche questa parte dovrà senza meno essere frutto del confronto e della collaborazione.

Uno dei periodi più bui della storia recente, finanziaria e non solo, di questo Paese è stato riepilogato dalla Commissione in quattro filoni d’indagine, che pensiamo possano riassumersi brevemente in questo modo:

  • BANCA PARTNER e BANCA CIS

Banche unite con modalità e procedure dai presupposti non chiari, che evidenziano fin da subito l’ombra di gestioni esterne che hanno determinato, unitamente alla scarsa capacità d’indipendenza degli organi controllo ed alle azioni messe in campo dalla dirigenza, un’attività contraria alla sana e prudente gestione, portata avanti attraverso le evidenze di una protezione politica e non solo. Attività che, soprattutto negli ultimi anni di CIS, ha visto la vigilanza esterna come fonte di sostegno o una scomoda scocciatura, a seconda delle necessità, in sostanza un organo da addomesticare con l’ausilio della politica.

  • BANCA CENTRALE

BCSM, nel periodo di tempo indagato dalla Commissione, ha spesso agito come se fosse un interruttore, che si è acceso e spento a comando.

Acceso quando ha funzionato ed ha tentato di svolgere le sue funzioni, quando ha avviato controlli e proceduto con ispezioni in caso di sospette illegittimità. Spento quando BCSM ha indagato su questioni scomode per qualcuno e dunque i vertici sono stati cacciati, vi sono state pressioni tali da portare alle dimissioni chi, semplicemente, stava facendo il suo lavoro.

La Commissione ha evidenziato l’azione violenta perpetrata ai danni di coloro che, nell’esercizio delle loro funzioni, si opponevano al disegno criminale degli attori principali.

  • IL TRIBUNALE

Tanti sono stati gli esposti depositati, tanti i fascicoli aperti, tanti i fascicoli archiviati.

Spesso ci si è chiesti in questi anni perché, chi aveva il potere di reprimere certi atti sulla base di documentazione importante ed esplicita, non abbia poi provveduto od approfondito le indagini. La relazione descrive e fa emergere vicende che si ritiene fossero gravi e degne di non terminare con le archiviazioni o prescritte per decorrenza dei termini.

È emerso il rischio che magistrati, se subiscono contaminazioni politiche od economiche, abbiano la possibilità di compromettere in maniera determinante il buon funzionamento della giustizia, a discapito dei principi di indipendenza e terzietà.

  • LA POLITICA

Tante le responsabilità accumulate fino oggi, dall’aver avuto rapporti importanti con la proprietà e la dirigenza di diversi istituti bancari all’aver agito su più fronti per avvantaggiarli, privilegiandone alcuni in particolare, nonché l’essere rimasta inerte di fronte alla violenza nei confronti di coloro che abbiano tentato di opporsi al sistema. Una politica che dunque si è mostrata debole e si è chinata al volere di personaggi che hanno saputo rendersi influenti e potenti. Si pensi agli obiettivi che sarebbero risultati vitali per il Paese, come la sottoscrizione dell’accordo con l’Italia e l’avvio della Centrale Rischi, il cui mancato raggiungimento ha determinato il non allineamento agli standard internazionali ed ha costretto San Marino ad una successiva corsa contro il tempo, in condizioni sicuramente peggiorate.

A San Marino non può più avere spazio la politica del “si è sempre fatto così”: si parla di controllori che diventano controllati, amicizie molto strette tra imprenditori, politica e rappresentanti della magistratura. E in tutto questo la politica era debole e cieca, perché troppo occupata a discutere sui giornali. Attacchi, denunce, urli, difesa di interessi personali. E nel frattempo, da fuori qualcuno portava via i soldi ai Sammarinesi da sotto il naso.

Sia il Paese che la politica hanno bisogno di riforme importanti: il primo deve essere tutelato andando a creare un sistema di regole chiare, che non possa più permettere ciò che è successo, la seconda il cambiamento delle persone che fanno politica e del modo di fare politica.

La sintesi che hanno saputo raggiungere i Commissari è un esempio di tutto questo: collaborazione, confronto, capacità di sintesi nell’interesse comune. Non lasciamo che questo sforzo vada perso. Cerchiamo come cittadinanza di essere più vigili per evitare che certe cose si ripetano.

DOMANI – Motus Liberi

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