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DOMANI – Motus Liberi tiene a riportare l’attenzione sulla necessità di un intervento legislativo per il settore scolastico, che parta da presupposti diversi rispetto al mero taglio della spesa.

Siamo convinti, infatti, che il sistema scolastico sammarinese meriti l’adozione di una politica più “aggressiva” che, pur essendo oculata dal punto di vista del dispendio economico, tenga soprattutto conto della qualità della formazione dei nostri giovani.

Ci pare, anche a seguito di diversi approfondimenti con gli operatori del settore, nell’ottica di quel dialogo con gli “addetti ai lavori” che riteniamo imprescindibile ai fini dell’individuazione delle migliori soluzioni possibili, senza voler polemizzare ma basandoci su un’analisi oggettiva dei problemi, che l’oramai famoso Decreto varato dal Governo e prossimo ad essere ratificato non punti verso questa direzione.

In estrema sintesi, il provvedimento porterà ad una riduzione del personale docente – al momento stimata in circa 10/11 unità – nei prossimi due anni: tale circostanza condurrà, oggettivamente, a gravi carenze in ambito organizzativo ed educativo, nonché, conseguentemente, formativo per i nostri ragazzi. Abbiamo appreso, infatti, che il Decreto andrà ad ulteriormente aggravare una situazione che già oggi presenta alcune criticità dovute alla forte ed eccessiva burocratizzazione del lavoro dell’insegnante, concentrato spesse volte sull’espletamento di formalità piuttosto che sull’attività didattica.

Solo per fare qualche esempio:

  1. diverrà particolarmente difficile far fronte alle sostituzioni interne tra i docenti in permesso o in malattia (in particolare nei plessi dove si opererà in 9 insegnanti): la riduzione del numero degli operatori rischia di lasciare alcune classi del tutto scoperte, considerato anche che le graduatorie per l’accesso all’insegnamento vengono quasi sempre del tutto esaurite con l’assegnazione degli incarichi di agosto/settembre;
  2. saranno fortemente limitate le ore di compresenza dei docenti in classe (in particolare nei plessi dove si opererà in 9 insegnanti), imprescindibili per una didattica laboratoriale, didattica posta alla base delle nuove e più moderne metodologie di insegnamento e quindi fondamentale per l’apprendimento e lo sviluppo degli alunni;
  3. sarà difficile elaborare piani di intervento individualizzati per quegli alunni che presentano maggiori difficoltà di apprendimento e/o di quelli che risultano plusdotati.

Alla luce di quanto sopra, riteniamo che l’impostazione adottata non possa essere condivisa, perché nel bilanciamento degli interessi in gioco, l’interesse alla riduzione della spesa viene ritenuto prioritario rispetto a quello di preservare una proposta formativa di qualità.

 

Seppur sia evidente la necessità di una riforma strutturale del sistema scolastico, che pensiamo sia fondamentale, una proposta che ci pare di buon senso al fine di far fronte all’attuale emergenza, data dai rilevanti problemi di gestione della spesa pubblica, è quella di incidere su tutto quello che di dispendioso esiste attorno all’attività didattica, senza intaccare quest’ultima.

Volendo fare qualche semplice e banale esempio, sarebbe utile:

  1. rivedere tutti gli appalti di fornitura di materiale e le relative regole: ci risulta che il dispendio di risorse per la fornitura di materiale ed attrezzature sia particolarmente elevato così come poco efficace ed a volte poco oculata ci risulta la gestione dello stesso materiale all’interno dei plessi, che andrebbe meglio razionalizzato;
  2. rivedere tutti gli appalti di fornitura di servizi: ci risulta, tra i tanti, che il dispendio di risorse per il servizio di trasporto degli alunni sia ingiustificatamente elevato;
  3. dare autonomia all’utilizzo degli impianti delle strutture al fine di evitare inutili sprechi: ad esempio l’utilizzo del riscaldamento con finestre aperte, ovvero utilizzo prolungato del riscaldamento anche quando ciò non occorra;
  4. ridurre l’assegnazione di incarichi di consulenza all’esterno, da sostituirsi con una maggiore responsabilizzazione e valorizzazione del nostro corpo docente e non docente, nella consapevolezza che chi vive ogni giorno il problema spesse volte è anche colui che ha la migliore e più adatta soluzione.

 

In conclusione, riteniamo che nel breve periodo non sia necessario arrivare ad un Decreto “taglia-insegnanti” ma piuttosto ad una gestione oculata delle risorse esistenti, che permetta di lavorare sin da subito ad una riforma strutturale del sistema scolastico, la quale dia prospettive a lungo termine che siano in linea con le esigenze della nostra realtà ed in modo da garantire un’organizzazione efficiente e moderna: razionalizzare oggi potrebbe rendere migliori le riforme di domani.

 

Il miglior modo per costruire il Domani è sceglierlo!

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