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Come abbiamo già più volte ribadito, non riteniamo che la strada del Fondo Monetario Internazionale rappresenti la soluzione per le problematiche di questo Paese, né la soluzione che permetterà allo Stato di salvaguardare la propria sovranità ed identità, che anzi corrono un grave pericolo.

L’attività politica del 2018 è terminata con l’approvazione di una legge finanziaria di rigore, imposizione e contenimento, in realtà povera nei contenuti in quanto molto viene rinviato a decreti delegati che dovranno essere emanati nei primi mesi del 2019.

Un possibile motivo per cui siano stati previsti così tanti decreti, ancora da formularsi, potrebbe essere la visita del Fondo Monetario Internazionale che si sta svolgendo in Repubblica proprio in questi giorni. Da almeno un anno, infatti, il Congresso di Stato sembra essersi posto l’obiettivo prioritario di ottenere una linea di credito da tale Istituto per “salvare” il Paese dal debito pubblico che continua ad aumentare. Per ottenere tale finanziamento, tuttavia, senz’altro verrà richiesto alla Repubblica di effettuare riforme che verranno, almeno parzialmente, realizzate proprio tramite i decreti di cui sopra, attraverso i quali si porterà avanti una politica di recessione a parer nostro non accettabile.

Dispiace vedere, ancora oggi, che non siano state seriamente prese in considerazione ulteriori strade, specialmente rivolgendo le dovute attenzioni alla vicina Italia.

Il nostro suggerimento è, dunque, di evitare di addentrarsi in “selve oscure”, imboccando sentieri senza prevederne le possibili conseguenze e senza prendere in considerazione opzioni più vantaggiose: potrebbe infatti trattarsi di scelte non efficaci e che rischiano di determinare ripercussioni seriamente negative per l’intera collettività.

Del tutto illogica ci pare l’apertura di un dialogo con organismi internazionali ed istituzioni europee senza un preventivo, saldo, chiaro e definito rapporto strategico con la Repubblica Italiana, con la quale riteniamo prioritario addivenire al più presto alla stipula di accordi favorevoli, che possano garantire un reale rilancio dell’economia sammarinese senza sacrificarne l’identità.

Fondo Monetario? No, grazie.

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