In prossimità di un momento politico sammarinese che si preannuncia storico, legato all’associazione con l’Unione Europea ed in generale con una maggiore interazione di San Marino con il contesto internazionale, a prescindere dalle posizioni dei singoli, viene da interrogarsi su virtù e svantaggi che possiamo mettere sul tavolo: o serviamo un piatto uscito dall’intelligenza creativa di un popolo che ha grande passione e rispetto delle proprie umili – uniche – origini ma capace al contempo di reinterpretarle in modo contemporaneo, oppure rischiamo di pranzare con l’ultimo pasto del carcerato.
Ciò che fa di un popolo, per quanto numericamente piccolo, la propria unicità non sono solo i confini entro i quali ci si può chiudere quando si vuole stare in pace, ma è l’identità.
In ossequio alla festa di fondazione della nostra amata Repubblica, possiamo dire che preservare l’identità di uno Stato in un contesto internazionale deriva dall’interazione con altri Paesi con cui conviviamo e collaboriamo, non dal mettersi ciecamente nelle loro mani in una competizione insostenibile.
Cosa fare dunque affinché la Repubblica di San Marino, la più antica del mondo, possa mantenere una forte identità internazionale di fronte all’Europa e al mondo intero?
Certamente dobbiamo puntare sulla conservazione del patrimonio storico e culturale, uscendo dal paradigma “noti a noi e ignoti agli altri”, grazie ad una storia unica che con questo 3 settembre risale a 1724 anni fa, investendo sulle nostre radici che affondano profonde nel terreno della democrazia diretta e nella tradizione repubblicana. A tal riguardo, ad esempio, gli Eccellentissimi Capitani Reggenti sono ancora una di quelle peculiarità che lasciano a bocca aperta, affascinando chiunque visiti il nostro Centro Storico: non a caso, infatti, ci siamo spesi per istituire il “percorso della Reggenza”. Sono tante le particolarità delle nostre istituzioni che vanno promosse e rese maggiormente note, grazie anche ad un forte coinvolgimento delle comunità sammarinesi all’estero e delle reti consolari e diplomatiche, che se non adeguatamente valorizzate sono destinate a rimanere un’appendice autonoma anziché una grande risorsa.
Crediamo quindi che, a distanza di oltre 17 secoli, San Marino debba ripensare e dissotterrare quella saggezza delle origini e quella capacità diplomatica che l’hanno mantenuta indipendente sino ad oggi, rileggendole in chiave contemporanea e preservandosi non più da invasioni di carattere geopolitico come avvenne in occasione dell’unità d’Italia, quando restammo liberi grazie ad una diplomazia non comune esercitata verso niente meno che Abraham Lincoln e Giuseppe Garibaldi, oppure a seguito del secondo conflitto mondiale dove la fratellanza e l’altruismo dei nostri antenati verso gli oltre centomila sfollati italiani ci valse la gratitudine del popolo italiano attraverso il riconoscimento dello statista Alcide De Gasperi.
Dovremo invece tutelarci mantenendo i nostri tratti distintivi in un’era di tecnica e politica finanziaria in cui possiamo assumere un ruolo trasparente ma differente da chi è più grande di noi, valorizzando le nostre peculiarità di piccolo Stato: solo così l’identità nazionale, che un popolo si costruisce al proprio interno, potrà coincidere con l’identità internazionale che gli altri popoli gli attribuiscono.
Buona festa della Fondazione, Repubblica di San Marino!
Borgo Maggiore (R.S.M.), addì 02/09/2024 – 1723 d.f.R.
DOMANI – Motus Liberi
Ufficio Stampa