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Stimolato da un recente articolo di Marino Cecchetti tengo a spiegare, attraverso risposte a semplici domande, la visione di DOMANI – Motus Liberi sul futuro della Repubblica e perché ciò che Cecchetti riporta noi l’avevamo già realizzato. Non voglio pensare che chi vive a San Marino non abbia un’idea di dove dovrebbe andare il Paese, dato che da questo dipende se vivremo dignitosamente oppure no. Vi interessa? Spero proprio di si.

Procediamo con ordine, come fa San Marino a erogare servizi ai cittadini, pagare stipendi, costruire infrastrutture e fare investimenti di sviluppo per garantirsi un futuro?

Attraverso le risorse economiche a disposizione. È quindi cruciale che lo Stato generi entrate sufficienti per sostenersi, svilupparsi e porre in essere politiche sociali. Insomma, servono i soldi.

Finita da tempo l’etichetta del “Paradiso Fiscale”, con cosa l’abbiamo sostituita? Oggi, i soldi, da dove vengono? Qual è, economicamente, l’immagine prevalente nella mente di tutti alla parola “San Marino”?

Non c’è, e noi abbiamo scelto la tecnologia perché è perfetta per ricoprire questo ruolo.
Alla parola “San Marino” la gente deve immediatamente pensare ad uno Stato avanzatissimo in cui è bello vivere, vicino alle famiglie, che si basa su un’economia sana. La tecnologia ha il vantaggio di efficientare l’esistente e di attrarre imprese e denaro: più imprese, più incassi per lo Stato, più soldi da ridistribuire a favore dei sammarinesi, meno debito estero. Inoltre, rappresenta il futuro, evitando di dover ricominciare tutto da capo fra pochi anni. Meglio di così!

Ma perché San Marino, così piccolo, può essere un modello tecnologico apprezzato in tutto il mondo?

Per due motivi principalmente: non sono necessari grandi spazi, che altri tipi di industrie richiedono, e per la velocità di creare leggi, caratteristica che in pochissimi hanno e di inestimabile valore per chi lavora in un contesto che si evolve rapidamente come quello della tecnologia. Si, San Marino piace.

Nel dettaglio, come siamo passati dalle parole ai fatti?

Con il progetto Amazon, “Dalla Repubblica più antica del mondo a quella più avanzata tecnologicamente” che sotto la direzione del Congresso di Stato, in collaborazione con AWS, una delle società più importanti del mondo in questo settore, avrebbe dovuto trasformare digitalmente la Repubblica. Avremmo ridato al Paese una via precisa di crescita virtuosa, la creazione di un Hub tecnologico era a portata di mano. Un Paese fiore all’occhiello della tecnologia in mezzo all’Europa, laboratorio del futuro, immagine di credibilità ed innovazione in quanto collaborare con aziende di questo livello ti rende affidabile agli occhi del mondo, da scartare in caso contrario. Detto, fatto.


Capito questo arriviamo all’articolo di Cecchetti in cui si riprendono parole del prof. Zamagni:
San Marino, per le sue caratteristiche strutturali, non potrà mai contare su attività economiche tradizionali, agricoltura o industria, per le quali sono necessari ampi spazi che non possiede. Tuttavia potrebbe trovare ampio sbocco nel settore dei servizi, dei quali dobbiamo distinguere due livelli: quelli ad alta tecnologia e quelli tradizionali. Il destino di San Marino dovrebbe essere ovviamente legato alla prima di queste due tipologie. Insomma ha proposto di realizzare qui “una sorta di HUB per ospitare centri di elaborazione e ricerca che si muovono nel comparto delle alte tecnologie”.”

Quello che viene descritto qui sopra, vi renderete conto, è esattamente la politica che abbiamo portato avanti per quattro anni e mezzo. Quante volte avete sentito l’ex Segretario di Stato Righi dire: “Vogliamo creare e diventare un hub di soluzioni tecnologiche nel cuore dell’Italia e dell’Europa. In questo modo puntiamo a ridisegnare l’identità economica del Paese da portare in modo chiaro sul piano internazionale”.

Non c’è alcuna differenza con le parole del prof. Zamagni, se non che lui lo dice giustamente da professore, il Segretario Righi e DOMANI – Motus Liberi da decisori politici, avendo portato la possibilità di farlo davvero.

Non riesco a credere che il Paese voglia buttare via un futuro importante sul quale, fra l’altro, eravamo in vantaggio. Se non credete a noi osservate cosa sta accadendo qui attorno.
“Microsoft investirà 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni per potenziare l’infrastruttura di intelligenza artificiale e la capacità cloud in Italia. E per suggellare l’intesa la premier Giorgia Meloni riceve a Palazzo Chigi il presidente del colosso tech americano Brad Smith, salutando con “soddisfazione” l’operazione che “contribuirà a consolidare il ruolo dell’Italia come hub digitale nel Mediterraneo“.

Noi abbiamo fatto una cosa analoga, ma era Giugno 2021!! Avevamo tre anni di vantaggio! Tre anni fa, infatti, Paul Misener, Vice-Presidente di Amazon Web Services, volò a San Marino da Seattle e firmò un memorandum di intesa con il nostro Governo aprendo le porte di una delle più grandi infrastrutture tecnologiche del mondo, comprendenti ovviamente cloud ed IA, ed investendo su San Marino!
Mi tremano le mani solo a scrivere, non so se riuscite ad intuire la portata di ciò che la politica non sta comprendendo, abbiamo il biglietto per il treno del futuro economico della Repubblica e lo stiamo buttando nel bidone. È come se fossimo al novantesimo di una finale, davanti alla porta vuota, e tirassimo fuori! Non sappiamo più come dirlo.

Lo ripeto, dobbiamo costruire uno Stato avanzatissimo in cui è bello vivere, vicino alle famiglie, che si basa su un’economia sana. Un’alternativa non la conosciamo ma i treni passano e come sempre, poi, non paga chi li ha persi ma noi cittadini. E noi ci siamo stufati di pagare.

Lorenzo Forcellini Reffi

Presidente di DOMANI – Motus Liberi

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