È con grande piacere che, dopo circa un anno dalla fondazione del Partito, abbiamo ricevuto da un sostenitore questa lettera che vogliamo condividere, perché pensiamo colga nel profondo il significato della nostra azione e della nostra concezione del modo di vivere e fare la politica.
“Che cosa spinge un ragazzo di 25 anni ad avvicinarsi al mondo della politica? Ripensando a tutti i connotati negativi che ha assunto questo termine negli ultimi tempi, non è facile dare una risposta a questa domanda. Potere? Successo? Soddisfazione? Fama? Riconoscimento?
Io pensavo che la politica appartenesse a chi già la fa e l’ha sempre fatta: ad un gruppo di persone potenti e rinomate che, detenendo il controllo del Paese, lo utilizzassero per i loro egoistici interessi. Tutto qui. Non mi spingevo oltre nei ragionamenti, fino a quando un mio caro amico mi propose di entrare a far parte di un ambizioso progetto. Mi fece rendere conto dei problemi che stava affrontando il Paese, della difficoltà di riprendersi dalla crisi economica e del crollo dei valori morali che la Repubblica stava attraversando. Mi spiegò che la Politica, quella vera, non è quella a cui ero abituato e non corrispondeva all’idea che mi ero costruito guardandola da lontano: stavo confondendo la politica con coloro che la facevano ed il modo in cui la facevano. La politica deve essere il mezzo e non il fine. Con la sana politica avremmo potuto migliorare le nostre vite, risolvere i problemi di tutti i giorni, creare possibilità per i giovani e benessere per tutti i concittadini. Mi precisò infine che, purtroppo, la mia visione era molto simile a quella di tanti altri miei coetanei e che, per questo motivo, non si poteva più rimanere fermi a guardare.
Ma in tutto ciò io cosa c’entravo? Sono consapevole di non avere ottime doti di comunicazione, né tantomeno il carisma di convincere con le mie idee una platea di persone. Sono sempre stato bravo ad ascoltare e non a parlare, a dare consigli a persone singole ma non ad un popolo intero. Non conosco quali siano le scelte migliori per il futuro di un Paese come San Marino e non so quali possano essere le soluzioni ai suoi problemi. Come posso dare io quindi una mano in questo progetto?
Mi fu risposto che ognuno di noi può dare un contributo e questo lo si fa veramente se si offrono in qualunque misura i propri talenti o le proprie competenze, siano queste relative alla tecnologia, all’ambiente, alla cultura, all’educazione, ecc. Chiunque, dotato di buon senso ed amore per il proprio Paese, può dare il suo preziosissimo contributo.
Sono sempre stato un ragazzo che sosteneva il motto: ‘vivi e lascia vivere’. Non mi interessavo alle questioni collettive perché, in maniera superficiale, ritenevo che ci fosse e ci sarebbe sempre stato qualcun altro che se ne sarebbe occupato e quindi mi limitavo ad adattarmi alle loro scelte, qualsiasi esse fossero. Nessuno in fondo è mai stato soddisfatto dei propri rappresentanti politici. Qualsiasi colore, interesse, esperienza, capacità avesse avuto il Governo di turno, si attendeva sempre la sua caduta, augurandosi che il subentrato avrebbe poi fatto di meglio, evitato gli errori commessi e rappresentato in maniera più valida il popolo. Io che differenza avrei fatto? Ero sicuro che anche di me si sarebbe stati scontenti ad un certo punto. Solo questione di tempo…
Quel mio amico mi rispose che non mi sarei dovuto preoccupare di questo, perché se non fossimo riusciti nel nostro intento allora avremmo fallito provandoci. La vera sconfitta sarebbe stata, invece, quella di rimanere a guardare senza muovere un muscolo. Noi almeno avremmo potuto ribadire di averci provato e lottato con tutti noi stessi, di aver scelto di seguire la strada più difficile, di aver preferito inseguire un sogno insieme ad un gruppo di amici, che condividono l’amore per il proprio Paese e che non avrebbero sopportato il dolore di vederlo cadere in rovina senza fare nulla.
Sono passati tre anni da quella chiacchierata ed oggi mi ritrovo insieme a tanti altri amici, dopo circa un anno dalla fondazione ufficiale del Partito, in un percorso di crescita e di soddisfazioni, di esperienze incredibili ed inaspettate. Un anno di difficoltà, durante il quale nessuno ha perso di mira l’obiettivo da raggiungere nonostante la mancanza di risorse, nonostante la carenza di tempo e di energie, nonostante le incertezze ed i timori di pestare i piedi a qualcuno cui non dovessero essere pestati.
Ma soprattutto di una cosa sono certo: come è stato per me, sono consapevole che tanti altri ragazzi – magari senza saperlo o senza nemmeno averci mai pensato – potrebbero essere pronti ad impegnarsi ed a mettersi in gioco, non con la presunzione di voler fare le cose in modo migliore ma con l’intenzione di affrontarle in modo diverso, per sognare cose che ancora devono accadere. Perché il migliore modo di costruire il nostro Domani è sceglierlo!
Un amico di DOMANI”