La Smac Card con funzione di scontistica era nata nel 2008 con il fondamentale contributo delle associazioni di categoria e, dopo qualche anno, si apprestava a consolidarsi come strumento funzionale all’attrazione dei consumi nel territorio sammarinese, in un periodo storico caratterizzato da una grave crisi economica. Infatti fino a tutto il 2014 ha effettivamente attratto i consumi a San Marino, rispettando le aspettative. Poi a qualcuno venne la discutibile idea di renderla, oltre che carta di scontistica, anche una carta di accertamento fiscale. Era ovvio che la funzione di accertamento fiscale avrebbe danneggiato la sua appetibilità e che, oltre a non portare rilevante aumento erariale per le casse dello Stato, avrebbe allontanato gli operatori economici, già presenti, dal circuito della Smac scontistica. Varie associazioni di categoria lo fecero presente, ma il Governo di allora anziché comprenderne le argomentazioni preferì, travisando completamente il messaggio, credere che l’obiettivo fosse quello di difendere gli evasori fiscali.
A nulla servirono le spiegazioni che chiarivano come fosse giusto perseguire i furbi, ma era sbagliato farlo indebolendo gravemente uno strumento come la Smac scontistica cosa che, si gridava inascoltati, sarebbe purtroppo necessariamente successa se fosse stata introdotta anche la funzione fiscale. A nulla servì dire che gli evasori andavano perseguiti e puniti, sì, ma con altri strumenti più funzionali ed efficaci, non con la Smac Card! A nulla servirono nemmeno le manifestazioni di piazza. Non servì nemmeno una raccolta di 2000 firme per separare le due funzioni e neppure fu d’aiuto la “nuova” classe politica vincitrice delle elezioni del 2016. Alcuni Consiglieri fecero addirittura la loro campagna elettorale spergiurando che, una volta alla consolle del potere, avrebbero separato le due funzioni riportando la Smac Card alla sola sua funzione primaria di scontistica. Secondo i sordi governanti unire la fiscalità alla Smac era un’idea eccezionale e non avrebbe danneggiato la sua funzione di scontistica. Eppure è sufficiente leggere la relazione al bilancio previsionale dello Stato del 2019 (documento pubblico, redatto da un Ufficio statale), suffragato da chiari ed inequivocabili grafici, per leggere a pag. 132 testuali parole: “…si comprende meglio il reale andamento della SMaC, con una netta diminuzione degli importi transati (-3% nel 2017) e con un ancor più marcato decremento delle transazioni (-7% nel 2018). Il motivo principale di questo andamento risiede nella fuoriuscita degli esercenti dal circuito promozionale (scontistica), che avviene in maniera costante dal 2015”.
Cos’altro aggiungere all’evidenza dei dati statistici? Solo un laconico “vi era stato detto!” ricordando anche che “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Sorvolando poi sui pastrocchi tecnici di cui la Smac Card viene periodicamente fatta oggetto.
Per questo martoriato Paese gli operatori economici rappresentano la soluzione, non il problema. Vanno ascoltati e presi seriamente in considerazione.
Avv. Mirko Dolcini
DOMANI – Motus Liberi