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Si è chiusa con il dibattito di martedì mattina, riferito all’analisi degli esiti della recente tornata elettorale, la prima seduta consiliare “politica” della XXXI legislatura: è stata l’occasione per commentare e valutare l’esito elettorale, decisamente positivo per il Partito, ed anche analizzare le tre fasi che hanno contraddistinto queste elezioni.

La prima fase si è avviata con la fuoriuscita di RETE dalla compagine di governo: in quel preciso momento la Democrazia Cristiana e i suoi leader, anziché lavorare seriamente per il consolidamento di una possibile coalizione con tutte le forze di maggioranza rimanenti (D-ML, DC, PSD e AR) in una logica di continuità, hanno lavorato per far terminare velocemente la legislatura e costruire un governo di centro sinistra.

Nella seconda fase, quella elettorale, il PDCS – cui avevamo espressamente comunicato che l’ipotesi della coalizione soltanto a tre (D-ML, PDCS e AR) non fosse percorribile in quanto così deliberato dai nostri organismi – ha rifiutato un accordo politico e di governo chiaro e alla luce del sole sin da prima delle elezioni tra DOMANI – Motus Liberi e la coalizione formata da DC e AR.

Nella terza fase, post voto, il PDCS ha anche rifiutato l’opzione di formare una maggioranza “di area centrista” con a disposizione 39 seggi.

Queste scelte del PDCS politicamente discutibili – che ci verrebbe da definire, ironicamente, “errori politici” -, ma evidentemente fortemente volute o dovute, hanno in ogni caso garantito e incentivato la riunificazione delle sinistre – così come non la si vedeva dal lontano 2006 – guidata dal Movimento Democratico di Pedini e Lazzari, confluito per l’occasione nello storico Partito dei Socialisti e dei Democratici di Rossi e Giovagnoli, poi coalizzato con Libera di Morganti, Ciacci e Selva.

Quella che va formandosi risulta, quindi, una maggioranza a traino social comunista e progressista abbinata ad una componente Democratico Cristiana pressoché numericamente paritaria: una maggioranza che – come abbiamo riscontrato già in questo primo dibattito, in cui peraltro non si è parlato ancora né di progetti né di programma – mostra sin da subito una evidente difformità di vedute e di impostazione. I partner di governo non hanno infatti perso occasione di scontrarsi in un botta e risposta per il primato della leadership che, prevedibilmente e comprensibilmente, la parte di sinistra pretende per sé in un governo di loro area, circostanza che ci preoccupa in funzione delle sfide di sviluppo che il Paese ha davanti nell’immediato futuro e che richiederebbero una maggiore coesione di vedute e di valori.

A questo proposito e doverosamente precisato che tutte le decisioni elettorali di D-ML sono state assunte dai nostri organismi all’unanimità e senza distinguo, troviamo davvero grottesco il tentativo – da parte di qualcuno, anche su blog e a mezzo stampa – di ribaltare su di noi la colpa della formazione di questa maggioranza disomogenea e che a fatica troverà la sintesi su temi rilevanti (d’altra parte, siamo sempre noi i “calimero” o i “presuntuosi”, come dice il consigliere Mussoni del PDCS).

Delle due l’una: o D-ML ha un peso talmente decisivo nelle dinamiche politiche di questo Paese tanto che la possibilità di formarsi e di lavorare di una maggioranza sarebbe dipesa unicamente dalla nostra presenza nella coalizione con il PDCS e AR, oppure le cose sono andate diversamente da come qualcuno si aspettava e quel qualcuno tenta di ribaltare su di noi le responsabilità della propria incapacità di aggregare e coordinare, portando avanti i progetti che la cittadinanza si attende.

A questo punto, pertanto, attendiamo di poter analizzare il programma di governo su cui non mancheremo di esprimere il nostro parere, per verificare se andranno avanti tutti quei progetti e quelle iniziative, apprezzate dalla cittadinanza e dalle categorie economiche ma ostacolate e rallentate dalla vecchia maggioranza, su cui si gioca non la gestione ordinaria del Paese ma il suo riposizionamento sul piano internazionale, al fine di evitare il continuo indebitamento, altrimenti destinato ad aumentare, ma piuttosto al pagamento di quel debito già pesante sulla testa di tutti i sammarinesi e delle nuove generazioni.

Borgo Maggiore, addì 12/07/2024 – 1723 d.f.R.

DOMANI – Motus Liberi

Ufficio Stampa

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