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Cari Sammarinesi,
essendo particolarmente preoccupati dell’attuale situazione dell’Istituto Sicurezza Sociale, in modo particolare per ciò che attiene il fenomeno della “fuga” del personale medico e sanitario, riteniamo necessario un intervento immediato finalizzato a riorganizzare l’intero settore affinchè lo stesso possa risultare non solo competitivo ma anche attrattivo.

L’Istituto per la Sicurezza Sociale rappresenta una voce importante, oggi negativa, del nostro bilancio pubblico, invece deve divenire un motore per il rilancio del nostro Paese.
Prima di poter pensare a grandi progetti, sui quali si avrà modo di parlare in futuro, riteniamo necessario comprendere quali interventi sia possibile porre in essere immediatamente. L’attuale quadro e contesto in cui il nostro istituto si trova oggi ad operare è, nella sostanza, particolarmente influenzato non solo da quanto sta accadendo nella vicina Italia, ove si stima che entro i prossimi 5 anni andranno in pensione circa 45 mila medici, che diventeranno 83 mila nei cinque anni successivi, ma soprattutto da quanto sta accadendo in Europa ove, peraltro, lo stato Italiano risulta il Paese con le condizioni economiche e lavorative peggiori per la categoria medica. Basti pensare che già da qualche anno i neo specialisti Italiani se ne vanno dall’Italia prevalentemente in Germania, Belgio, Olanda e Francia, senza nemmeno partecipare ad un concorso in patria, essendo in tali Paesi le condizioni lavorative maggiormente favorevoli.

In tale contesto pare evidente come, rispetto ad altri impieghi pubblici, la figura medica sarà particolarmente richiesta anche al di fuori dei nostri confini, ed è proprio per questo che, quando si parla della categoria dei medici, riteniamo si debba cambiare modo di ragionare. Ciò non solo perchè, in un periodo congiunturale estremamente negativo per l’occupazione, quella dei medici risulta una delle categorie, se non l’unica, per la quale la richiesta supera l’offerta, ma soprattutto perché la peculiarità della professione non dovrebbe permettere di applicare puramente e semplicemente le medesime norme che regolano il rapporto di pubblico impiego di qualsiasi altro dipendente pubblico.

Il pressocchè totale allineamento della figura del medico a quella di qualsiasi altro dipendente pubblico, ha portato, infatti, ad una situazione tale per cui le condizioni a San Marino risultino addirittura peggiori rispetto a quelle italiane che, come già detto, sono fra le meno appetibili d’Europa e ha creato veri e propri paradossi che non possono che portare qualsiasi professionista del settore ad allontanarsi dal territorio:

1) le pensioni sono esattamente la metà rispetto a quelle dei medici italiani e ciò in quanto la retribuzione del medico sammarinese prevede un piede retributivo piuttosto basso e una serie di indennità che non sono conteggiate ai fini pensionistici;

2) se si intende continuare a lavorare dopo la pensione, quest’ultima viene revocata, mentre in molti Paesi del mondo la pensione viene conservata e si pagano regolarmente le tasse su quanto viene guadagnato (questo aiuterebbe ad attenuare, peraltro, anche gli evidenti problemi in campo pensionistico);

3) lo svolgimento della libera professione (e pertanto il raggiungimento di un livello alto di professionalità) è oggi dinsincentivato a causa di eccessive limitazioni dettate dalla normativa vigente;

4) gli stipendi che tempo addietro risultavano lievemente superiori a quelli italiani sono oggi perfettamente allineati, rendendo quindi la nostra struttura per niente appetibile anche da questo punto di vista.

Realisticamente e concretamente parlando, riteniamo imprescindibile quindi portare degli immediati correttivi che permettano di superare tale situazione, al fine di rendere il nostro Ospedale non solo competitivo ma anche attrattivo e ciò a tutela e a garanzia dei cittadini sammarinesi, per la cura della propria salute che merita senza ombra di dubbio il più alto livello di professionalità, competenza ed efficienza.

Sarà necessario dunque, solo per fare alcuni esempi:

1) prevedere una normativa speciale che regoli il rapporto di lavoro delle figure medico-sanitarie dell’Istituto Sicurezza Sociale, nonché le loro condizioni economiche soprattutto ai fini pensionistici;

2) dare la possibilità al personale medico di poter svolgere attività libero professionale anche dopo l’ottenimento della pensione, dietro regolare pagamento delle imposte sull’extra reddito e sulla base di un adeguato sistema di controllo mirato a combattere l’evasione;

3) agevolare ed incentivare lo svolgimento della libera professione da parte del personale medico-sanitario, preferibilmente con attività intramuraria, prevedendo per esempio un’organizzazione differente delle sale operatorie, che permetta alle stesse di essere operative 24h su 24h, incrementando in tal modo il bacino d’utenza e gli introiti dell’Ospedale, garantendo comunque priorità ai sammarinesi.

Temiamo che non agire tempestivamente possa rendere del tutto vano qualsiasi tentativo di risolvere il problema in quanto, a differenza di tutti gli altri dipendenti PA, di medici c’è e ci sarà estrema richiesta ed allora diverrà inutile anche prevedere posti riservati ai Sammarinesi nelle facoltà di medicina od in specialità: una volta laureati e specializzati, i medici sammarinesi non avranno alcuna ragione di esercitare la professione in territorio, per una carriera limitata dal punto di vista economico, esperienziale e soprattutto di prospettiva di crescita professionale.

Non dobbiamo dimenticare che nessuno può cambiare il nostro ieri, ma tutti noi possiamo cambiare il nostro domani: il miglior modo per costruire il Domani, è sceglierlo.

DOMANI – Motus Liberi

 

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