Riteniamo importante ribadire come, a parer nostro, il Governo non stia rispettando la volontà della cittadinanza, che si è espressa nel 2013 mediante referendum, riguardo ad un percorso di avvicinamento all’Unione Europea, che trasformandosi formalmente da “adesione” ad “associazione” è stato nella sostanza aggirato.
In realtà la cittadinanza deve sapere che l’accordo di stabilizzazione ed associazione potrebbe essere il primo passo per l’adesione all’Unione Europea. Nonostante l’evoluzione che gli accordi di stabilizzazione e associazione all’UE hanno avuto nel tempo, essi generalmente prevedono – seppur con tempistiche che possono variare – i passi che ciascuno dei Paesi richiedenti deve compiere per l’ingresso graduale nell’Unione Europea.
Allora la domanda che dobbiamo farci realmente non è tanto se i sammarinesi vogliano che la Repubblica si associ all’Unione, ma piuttosto se vogliono che San Marino presto o tardi aderisca all’Unione!
La totale mancanza di chiare informazioni da parte del Governo, sugli obiettivi dell’accordo di associazione che si sta portando avanti, crea dubbi talmente profondi da richiedere l’arresto immediato delle trattative.
Le nostre preoccupazioni trovano fondamento e conferma anche nel fatto che la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri abbia, pochi giorni fa, richiesto ai professionisti sammarinesi di presentare osservazioni entro il 19 di giugno circa gli aspetti più controversi della libera prestazione di servizi tra i paesi dell’U.E. e quelli che vi aderirebbero (San Marino – Andorra – Monaco), il tutto con la specificazione che tale prestazione di servizi, nell’ambito del mercato europeo, non può essere ostacolata da normative nazionali non compatibili con il diritto dell’Unione.
Una totalmente libera circolazione di persone e servizi tra Unione Europea ed un micro-Stato come San Marino può solamente provocare la totale crisi ed estinzione del mercato locale sammarinese, che si troverebbe letteralmente invaso da grandi prestatori di servizi provenienti dall’Estero: la quasi totalità degli operatori locali non sarebbe evidentemente in grado di competere con una concorrenza così organizzata ed agguerrita che, di punto in bianco, potrebbe entrare nel nostro Paese e dettare le nuove regole del mercato.
Urge che la cittadinanza sia consapevole di questo grave pericolo per il nostro sistema economico, che rischia di vedere nel brevissimo termine i professionisti ed operatori sammarinesi relegati all’angolo e schiacciati dal peso dei grandi competitori.
Considerato quanto sopra ed il possibile imminente pericolo, annunciamo che stiamo valutando l’opportunità di proporre quanto prima – in quanto pare essere l’unico modo per fermare il processo di associazione ormai avviato ed in stadio avanzato, di cui ad oggi non sappiamo assolutamente nulla – un nuovo quesito referendario, simile a quello proposto nel 2013, che possa permettere al popolo sovrano di esprimere la propria volontà in merito all’associazione ovvero all’adesione all’Unione Europea.
Quello che si sta delineando è un cambio epocale per la Repubblica, da cui può derivare un serio pericolo per la comunità tutta: eppure oggi ciò viene fatto nel più totale silenzio e senza consapevolezza da parte dei cittadini e questo non ci pare accettabile.
Aiutaci a difendere il tuo Domani!
DOMANI – Motus Liberi